(…) rimasero tutta la sera al buio, vicino al balcone. Ogni tanto, per mettere un rumore qualunque nella stanza, Antonio tossicchiava, e dopo un poco, quasi a rispondere, Edoardo raschiava con la gola. In questo modo, passarono parecchie sere¸ non avendo il coraggio di parlare a cuore aperto della terribile cosa che era accaduta ad uno di loro, non parlavano di nulla, ogni altro argomento trattato avrebbe fatto sentire maggiormente la gravità di quello che trascuravano. Poiché il motto, l’adagio, della Lega Nord è perchélalegacel’haduro, regaliamo a Umberto Bossi, fondatore e copywriter della Lega Nord, Il bell’Antonio (Mondadori, 2001) di Vitaliano Brancati, perché è scritto in un italiano riconoscibile e comprensibile dalle Alpi allo Stretto di Sicilia e perché Antonio Magnano, con la sua impotenza sessuale, in una Italia fascista, riesce ugualmente a dare una immagine (assai triste) del mondo, e perché il potere degli uomini viene valutato in base al loro vigore sessuale solo quando si cerca di fare una satira su un mondo e delle circostanze. Non per fare politica.
V. Brancati, Il bell’Antonio (1949), Oscar Mondadori (2001), pp. 243, 9 eu.
latuaclassedirigente 